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Più che un vino… Gastronomia

Il rito del tajùt

Il Friuli Venezia Giulia è una terra ricca di tradizioni legate alla storia e alla cultura del territorio. Tra queste c’è sicuramente quella del tajùt: in Friuli, attorno all’ora dell’aperitivo, è consuetudine recarsi in osteria per chiedere un tajùt, un bicchiere di vino, che viene solitamente accompagnato da squisiti prodotti tipici della Regione, come il Prosciutto di San Daniele DOP e il Formaggio Montasio DOP.

Questa tradizione è profondamente radicata nella cultura locale e ha retaggi molto antichi: le osterie in Friuli vantano, infatti, una lunga tradizione di eccellenza. Già nel XVI secolo il Consiglio comunale di Udine controllava la qualità dei prodotti destinati alle osterie. La qualità dei vini era garantita da ufficiali che testavano i prodotti nella “Piazza del Vino” (oggi Piazza Libertà), assicurando che solo i migliori vini venissero serviti.

Ma qual è l’origine del termine specifico “tajùt”?

In realtà non c’è un vera e propria risposta a questa domanda, poiché le origini del termine sono avvolte dal mistero: secondo alcuni il termine starebbe ad indicare il segno sul bicchiere che serviva all’oste per capire la quantità di vino da versare, mentre altri pensano sia collegato al verbo “tagliare”, ovvero la pratica mescolare vini di bassa gradazione con vini più robusti.

Ancora oggi il rito del tajùt rimane un elemento fondamentale della cultura friulana, anche se adeguato ai tempi. La produzione vinicola locale, curata con passione dai nostri vignaioli, continua a mantenere alti standard di qualità garantendo che ogni bicchiere di vino a DOC Friuli servito ai consumatori rappresenti il meglio del territorio.

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